Beatificazione Armida Barelli - Apostole Sacro Cuore

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Anche noi, membri dell'Istituto Secolare Apostole Sacro Cuore partecipiamo alla gioia per la beatificazione di Armida Barelli, fondatrice della gioventù femminile di Azione Cattolica a cui molti di noi hanno aderito con l'entusiasmo giovanile.
 
 
Le siamo grate per averci fatte sentire membra vive e attive della Chiesa, per averci inculcato un amore fedele al Sommo Pontefice, per averci trasmesso un amore incondizionato al Sacro Cuore e per averlo lottato per la nascita e l'approvazione degli Istituti Secolari.

Questo è il cammino che abbiamo compiuto in gioventù femminile e che ci ha preparato all'entrata nell'Istituto Secolare Apostole Sacro Cuore in cui abbiamo trovato questi ideali approfonditi, posti alla base della nostra spiritualità.
 
Armida Barelli vive la sua vita giovanile tra sogni e condizionamenti quindi percependo questo contesto molto limitante per la donna; reagirà senza rivendicazione ma essendone consapevole. I suoi sogni sono grandi… sogni tuttavia che si scontrano con la realtà poiché al solo accenno che potesse diventare religiosa i suoi reagiscono con decisione. I condizionamenti Ida li porta dentro, tanto che quando il Cardinal Ferrari la chiama per formare la gioventù femminile a Milano, lei risponde partendo da sé stessa e dice che non può farlo, non può viaggiare da sola, parlare in pubblico, tenere testa a preti e monsignori.
 
Armida non è nata eroica, è una donna con i suoi limiti le sue fragilità fisiche e le sue paure… la sua è una santità umana, la santità dell'umanità. Tuttavia, l'accettazione di questa missione, prima a Milano poi in tutta l'Italia le fa intravedere un modo diverso di vivere…
 
Armida è alla ricerca di un suo modo di essere donna e donna cristiana, un modo diverso che intuisce, ma per il quale non ha riferimenti.
 
Dovrà inventare qualcosa che le corrisponda, che sazi la sete del suo cuore…bisogna tornare alle origini, perché lungo i secoli non erano molti i modelli femminili a parte alcune vedove e religiose e alcune badesse.
 
Si erano persi i modelli che venivano dalla Scrittura, donne come Marta che proclama la fede o la samaritana che discute di teologia con Gesù, come Priscilla, come Marcella…
 
Padre Gemelli interpellato da Ida per cercare di far tornare i fratelli alla fede, le aveva indicato il lavoro come ascesi, come penitenza, ma anche come impegno e realizzazione di sé stessa. Lei destinata per nascita a una vita agiata, non lavorativa scopre il lavoro con occhi nuovi, tanto che, quando suo padre muore, sarà lei ad occuparsi dell’azienda di famiglia, trovando una sua indipendenza, diventando una specie’ ’manager’’.

Armida si accorge in quel tempo di essere libera, ma cosa fare della sua vita?
 
Progressivamente scoprirà che essere laica non vuol dire essere zitella, cioè una donna non realizzata…Armida ama la vita, la bellezza, cerca una vita piena; la trova nel lavoro, la trova in parte nel servizio ai poveri, soprattutto ai bambini poveri e abbandonati nella Milano dei primi anni del Novecento. Sarà soprattutto, però, nel suo impegno con le donne della Gioventù Femminile che Armida scoprirà e testimonierà alle giovani un modo nuovo, originale, di essere laici, formando generazioni di donne alla laicità in una vita vissuta con responsabilità personale in tutti gli ambiti. Laicità: una parola nuova per il tempo, non solo per le donne, ma per la Chiesa tutta.
 
Possiamo quasi dire che Armida dà carne a una forma di vita cristiana laicale, che si affaccia con consapevolezza e decisione nella Chiesa e nella vita italiana. Non la scelta di poche, ma il coinvolgimento di più di un milione di giovani donne che non rimasero certo invisibili nella società e nella Chiesa. Queste giovani provenivano da tutti i ceti sociali...venivano dal nord e dal sud, dalle isole e dai monti...Tutte si sentivano legate da una sonorità straordinaria, da legami nuovi e intensi intorno a quella che voleva essere per tutte’ ’la sorella maggiore’ ’Tutte loro seppero rimanere unite nelle due guerre mondiali, durante il fascismo, nel secondo dopoguerra….Non solo, alle giovani Armida propone di essere ‘’Apostole’’, di essere testimoni del messaggio di Gesù in ogni ambiente: la fede di Armida non è una fede intimistica, ma operosa, che sempre la sollecita alla missione, alla testimonianza.

Se fino a quel momento la ‘’via di perfezione’’ sembrava riservata a quegli uomini e donne che ‘’fuggendo e rinunciando al mondo ‘si ritiravano in convento, in una vita ascetica e separata, con la nascita degli Istituti secolari, questa santità è prospettata anche per chi vuole servire Cristo vivendo i consigli evangelici nel mondo, rimanendo nelle ordinarie situazioni di vita.
 
È tanto nuova la sua intuizione che, nonostante la sua ‘amicizia’’ con tre diversi pontefici Benedetto XV, Pio XI, Pio XII ci vorranno circa trent’anni prima di un riconoscimento degli Istituti Secolari e ci vorrà il Concilio Vaticano II per accogliere una teologia del laicato e l’idea di una universale chiamata alla santità…

Armida passa dalla cura ai bambini poveri, alla formazione delle giovani in ogni ambito della vita sociale, politica, ecclesiale. Soprattutto permette alle donne di avere stima di sé stesse, di credere in sé, di essere preparate, di osare una presenza nuova, incisiva, determinante in tutti gli ambiti della vita. Armida fa uscire le donne dal silenzio, dall’irrilevanza, dalla sottomissione; offre loro la capacità per esprimersi, per agire con responsabilità personale, per essere presenza significativa ovunque, per scegliere ogni ambito di impegno e vocazione.
 
Ancora oggi si potrebbe correre il rischio di ‘’chiudere’’ le donne nell’ambito della ‘’cura’ ’senza dare loro la parola nei luoghi delle decisioni, della progettazione, della partecipazione.

In una chiesa sinodale tutto il popolo di Dio è, invece, chiamato a partecipare anche al consenso, alla decisione, alla responsabilità, trovando forme e modi, ma la voce delle donne, il loro pensiero, la loro intuizione non possono essere silenziate, escluse.
 
Armida Barelli ci suggerisce almeno tre aspetti. Vivere relazioni alla pari, mai di ‘’sudditanza’’. Ne è un esempio la sua relazione con p. Gemelli. Una relazione innovativa tra un uomo-religioso-prete e una donna-laica-consacrata. La loro fu una relazione di amicizia, di collaborazione, di reciprocità straordinariamente nuova. E Ida lavorerà alla pari con uomini come Olgiati, Necchi, e darà fiducia alle giovani che, come lei, lavoreranno con preti e vescovi portando la loro parola, la loro specificità…
 
Il secondo aspetto che vorrei sottolineare è che Armida si definisce ‘’cassiera’’ dell’Università cattolica. Ebbene questo titolo ha fatto sì che la sua opera per la nascita dell’Università fosse a lungo dimenticata, sminuita. Si è recuperata solo oggi…
Armida è stata a lungo dimenticata. Essere qui a ricordarla è un invito a far emergere dall’oblio tante altre donne che hanno fatto la storia, che hanno parole profetiche da dire alla Chiesa.

Il terzo aspetto: Armida è donna obbediente, ma la sua obbedienza ha tratti nuovi, laicali. Obbedisce alle intuizioni che lo Spirito suscita in lei anche dall’ascolto della storia, dei segni dei tempi. Queste intuizioni Armida le porta avanti con determinazione anche di fronte al Papa al quale obbedisce ‘’in piedi’’. (Es.: rimase ferma nella convinzione che l’Università dovesse essere intitolata al Sacro Cuore anche di fronte al Papa e padre Gemelli…) A ogni svolta della storia Ida coglie negli avvenimenti della storia tutto il bene possibile. Gli avvenimenti della storia non sono sempre bene, ci sono le guerre, l’avvento del fascismo.ma c’è sempre del bene da cogliere, da vedere perché Dio è presente nella storia del mondo.
 
Questo è lo stile del laico consacrato, del credente che sa leggere nella storia la presenza di Dio. Il mondo è creato da Dio che è amore, c’è il peccato, il male, ma Dio è sempre presente perché lo ama. Il mondo allora non va verso la distruzione, ma verso il compimento del progetto di Dio, della storia della salvezza. Con questa certezza Armida va incontro alla vita, si fida degli altri, crede nel bene…
 
Il Papa ci propone oggi il documento ‘Fratelli tutti’’. Armida ha vissuto davvero da sorella, sorella maggiore per tante giovani, ma sorella anche per p. Gemelli, per tanti collaboratori, per donne di altre culture delle quali seppe cogliere i bisogni, ma anche le risorse…
 
Armida ci invita, come invitava le giovani, a non accontentarci della mediocrità, di poco; ripeteva ‘’non buone alla buona, sante Apostole vi voglio’’.

Per questo propose loro un progetto di vita, la bellezza di relazioni autentiche, la scoperta della Chiesa come casa di tutti, la certezza dell’amore di Dio-Sacro Cuore…
Franca
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